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Immagine del redattoreSTEFANO SALERNO

Il Mirto Di Sardegna

Aggiornamento: 4 ott

Il Mirto Di Sardegna è una cosa seria.

Un Liquore spiritoso con un Indicazione Geografica Protetta da un disciplinare molto rigido.

Non tutti i liquori di Mirto meritano, o possono essere chiamati: Mirto Di Sardegna.

Ramoscello di Mirto selvatico
Ramoscello di Mirto selvatico

Di seguito un breve estratto del disciplinare pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Della Repubblica Italiana.



QUANDO IL LIQUORE DI MIRTO è MIRTO DI SARDEGNA?

Il «Mirto di Sardegna» per potersi fregiare della I.G.P. deve possedere tutti i requisiti dettagliati nella presente Scheda Tecnica e in particolare: grado alcolico compreso tra 28 e 36 vol. %; zuccheri totali inferiori a 270 g/l; quantità minima di bacche pari a 150 g/litro di liquore; assenza di aromi e coloranti aggiunti; assenza di antiossidanti e conservanti aggiunti; rispondere, al momento dell'imbottigliamento, ai requisiti chimico sopra indicati; ottenere dal panel di degustazione un punteggio medio non inferiore a 75/100; essere prodotto unicamente secondo le metodiche e con le limitazioni dettagliate alla lettera d) della presente Scheda; essere confezionato secondo quanto disposto alla successiva lettera d) della presente Scheda. c) Zona geograca interessata. La zona geografica interessata alla produzione del «Mirto di Sardegna» è delimitata dai confini della Regione autonoma della Sardegna entro i quali devono attuarsi tutte le fasi della produzione: dalla raccolta delle bacche sino all'imbottigliamento del prodotto finito.



MIRTO DELLA SARDEGNA
MIRTO DELLA SARDEGNA

STORIA:

La Sardegna è una regione ricca di misteri e leggende da scoprire, e la sua pianta simbolo per eccellenza non è da meno. Tante le storie legate al mirto. In particolare, c’è un mito dell’antica Grecia che narra di Myrsine, una fanciulla dalle capacità atletiche tanto straordinarie da battere persino gli uomini suoi coetanei. La sua bravura suscitava non poche invidie e le causò la morte. Ma la dea Pallade Atena, impietosita, la trasformò in una pianta di mirto, che da allora viene utilizzato per intrecciare corone sui capi dei vincitori.

Oltre che collegato ad Atena, il mirto è considerato una pianta sacra per la dea Afrodite, dea dell’amore e della bellezza. Come narra Ovidio, alla sua nascita dalle acque la più bella delle divinità riuscì a coprire le proprie grazie da sguardi indiscreti con le sue foglie. Lei stessa, poi, durante la vicenda del Pomo della Discordia, cinse la testa di Paride di una ghirlanda di mirto per ringraziarlo.


PROPRIETÀ E USI DEL MIRTO

Anche se principalmente noto per le sue proprietà digestive, gli utilizzi del mirto non si limitano alla produzione del liquore. Simbolo di purezza, bellezza, gloria e fortuna, da secoli si presta ad usi ornamentali, curativi o culinari. Fin dagli antichi egizi era associato alla celebrazione di vittorie ed eventi importanti. I Celti se ne servivano per tenere lontane disgrazie di ogni tipo. Utilizzarlo per addobbare la casa nel periodo natalizio è d’uso ancora oggi in alcune zone d’Italia.

Se dai fiori si ricavano essenze impiegate nella produzione di cosmetici, le foglie essiccate sono ideali come insaporitori o per preparare decotti. Migliorando le difese del sistema immunitario, un infuso al mirto è particolarmente indicato contro i mali di stagione. Già nel Medioevo si utilizzava al posto del pepe per condire la carne, e in alcune feste sarde è ancora oggi protagonista di diverse preparazioni, come il porcetto arrosto. Fatti insegnare una ricetta tipica durante il tuo viaggio!


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